Il dito a martello è una deformazione naturale del piede, che si manifesta nel momento in cui un dito (o anche più dita), si presentano storte o curve.

Tale deformazione può verificarsi inizialmente a causa di uno squilibrio della muscolatura interossea, ma esistono diversi casi in cui potrebbe accadere con maggiore probabilità: presenza di piede cavo, lassità capsulo legamentose, lesioni degenerative come ad esempio artrite reumatoide o ulteriori patologie come alluce valgo, ecc.

Dito a martello: perché si può verificare?

Il motivo per cui vengono le dita a martello, oltre alle cause già citate precedentemente, va ricercato in una alterazione della deambulazione (piede poggiato male) per una predisposizione genetica a determinate deformazioni, per via di malattie neurologiche, diabete e artriti.

Quando non è rilevabile una causa di quelle citate, il problema potrebbe essere invece funzionale. La causa potrebbe esser associata all’utilizzo di tacchi eccessivamente alti, punte strette e/o allungate oppure per via dell’uso di calzature a suola piatta.

Idealmente la misura del tacco dev’essere due o massimo tre centimetri, una soluzione che eviterebbe anche la possibilità di formarsi duroni e calli, che in futuro potrebbero complicare la deambulazione, rappresentando un pericolo per la possibile comparsa del dito a martello.

Dito a martello: come trattarlo in base ai casi

Correggere il dito a martello è di fondamentale importanza per evitare l’aggravarsi della patologia con conseguente peggioramento della flessione dei piedi ed eliminando il rischio di avvertire forti dolori durante le passeggiate.

È possibile combattere il dito a martello ricorrendo alle classiche sedute di fisioterapia (associando la laserterapia antalgica). La terapia conservativa può andar bene nei casi in cui la deformazione non si sia cronicizzata.

Se si fosse arrivati ad una condizione ormai strutturata, allora non resterebbe che ricorrere all’intervento chirurgico:

  1. Sezione percutanea del tendine: l’intervento viene suggerito nei pazienti la cui deformazione non ha ancora coinvolto l’articolazione.
  2. Resezione e artrodesi con l’ausilio del filo metallico: l’intervento chirurgico viene svolto e consigliato a coloro che hanno un caso clinico più evoluto, dove l’articolazione interfalangea prossimale è stata compromessa e talvolta con sofferenza di anchilosi.

Per poter eseguire ambi gli interventi chirurgici, è sufficiente che il paziente faccia richiesta in day hospital.

I tempi di recupero non sono lunghi, anzi, potrebbero bastare un paio di giorni per poter riprendere la normale routine quotidiana. È importante però, che nel periodo che include il post-operatorio fino a guarigione il paziente si attenga a quanto suggerito:

Come ogni intervento chirurgico, anche la correzione del dito a martello potrebbe comportare delle complicanze. Ad esempio problemi alla cicatrice chirurgica e infezione locale.

Ogni danno però, è facilmente risolvibile (salvo rarissimi casi), e ciò non comprometterà la possibilità di risolvere il problema originario.

Dopo cinque settimane dall’operazione, durante le quali il medico potrebbe suggerire e programmare dei controlli medici e delle medicazioni da fare presso un ambulatorio o il suo studio, sarà possibile rimuovere il filo metallico previo rx di controllo.

Per chi volesse tentare la strada conservativa, per “raddrizzare il dito a martello” deve innanzitutto rafforzare la muscolatura dei piedi. Un esercizio efficace è quello di inserire dei piccoli tappi tra ogni dito del piede e successivamente fare pressione verso l’interno. Ripetendolo per qualche giorno, i muscoli si rafforzeranno. Inoltre, è utile fare delle passeggiate (purché si sia scalzi) sulla sabbia. È una soluzione ideale non solo per apportare dei benefici ai piedi, ma anche a gambe e caviglie.

 

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